“L’Irrimediabile Sesto Senso”, intervista alla sua autrice Rosalba Dalila Amato

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Rosalba, parlaci un po’ di te

Sono una ragazza di 25 anni di Lampedusa e diciamo che mi sento un po’ fuori dal comune per i miei gusti. Mi definisco, ed infatti lo sento molto vicino per le tematiche trattate, come il Petrarca, ‘Peregrinus ubique’, pellegrino ovunque letteralmente, estraneo ovunque a livello semantico, perché poi alla fine ho bisogno della mia solitudine per elaborare quello che sento. E quindi mi sento vicino a questo poeta, come a molti altri poeti che condividono il dolore per rielaborarlo in chiave proprio personale.

Come è nata l’idea di scrivere l’Irrimediabile Sesto Senso? Dove ti sei cimentata nella sua stesura e quanto tempo hai impiegato a scriverlo?

Allora, l’idea dell’Irrimediabile Sesto Senso nasce nella mia cameretta durante gli 80 giorni di reclusione del primo lockdown. 80 giorni in cui sentivo come quasi una voce, una voce che mi chiamava da dentro e mi diceva: ‘Parla di me.’ Da lì ho iniziato a fare delle ricerche, a vedere che veramente ci sono molte storie che purtroppo non vengono raccontate e spesso vanno a finire nell’oblio, condannate nella ‘damnatio memorie’. Da quel momento ho scelto di mettere insieme i pezzi, queste voci che avevo dentro e di comporre il libro in questione chiamato ‘L’irrimediabile  Sesto Senso’.

Il libro è ambientato in un manicomio del nord Italia. È una storia totalmente inventata, o trae spunto da qualche vicenda vera, magari raccontata? 

Chiaramente ho cercato tanto, ho voluto saperne di più, mi sono documentata moltissimo, però è un racconto totalmente inventato. In realtà penso che dentro questa storia si racchiudano molte storie condannate alla memoria, dimenticate e che meritano l’ascolto.

Il tema trattato è molto forte e di grande impatto emotivo. Qual è il messaggio che vuoi fare arrivare ai lettori?

Io spero vivamente che tra i tanti messaggi a livello storico, a livello politico e tanti altri che vengono trattati all’interno del testo, arrivi proprio l’indagine che il lettore deve fare dentro se stesso, poiché quel dolore che effettivamente viene rievocato dal lettore, che sente proprio, spero possa dare valore non solo al proprio dolore, ma a quello del prossimo nostro, perché sentendo quello dell’altro a livello di empatia, possiamo conoscere ancora meglio noi stessi e il nostro rispettivo dolore.

Un estratto dal testo: ‘L’io del passato deve autodistruggersi per poter rinascere sempre nel presente e riscattarsi nel futuro. Ecco che il bruco invidia la crisalide e che quest’ultima la farfalla, e in quell’esatto istante che dura appunto il tempo di un battito d’ali. E in quel preciso istante, prima di chiudere eternamente gli occhi a Gea, lì, teneramente percorri il tempo che dalla culla ti condusse proprio alla fine, e solo allora capirai chi tu fosti, chi tu sia, chi tu sarai, né più né meno della tua stessa anima’.

Quali sono i tuoi progetti futuri? C’è all’orizzonte già l’idea di una nuova opera? 

Quella della scrittura è un qualcosa che mi porto dietro da tantissimo tempo, da quando sono nata praticamente, e che per me non è un semplice piacere, è come respirare, è inscindibile da me. E quindi spero che la scrittura sia la mia strada principale verso il futuro, e sì, chiaramente io non ho mai smesso di scrivere, quindi ci saranno delle opere che sono work in progress.

Dove è possibile acquistare il libro? 

Il libro si può acquistare intanto online e in tutte le librerie italiane. Però, volendo qui in loco, a Lampedusa, potete passare in via Roma 105 al negozio U Sciavuru  dove lavoro e lì troverete me con la vostra copia personalizzata e con tanto di dedica, se lo desiderate.

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